lunedì 15 giugno 2009

Il mare in città?


In queste foto il Serpentine Lake, in Hyde Park a Londra.


A Milano si continuano a costruire case ma gli abitanti continuano a sognare il mare.
Il progetto per il mare a scalo Farini sembra un paradosso ma a pensarci bene è proprio una cosa di cui riconosciamo la necessità.

La maggior parte della popolazione terrestre abita nelle città e la tendenza all'inurbamento è in forte crescità, è un dato di fatto.
Intanto l'ambiente metropolitano sta peggiorando, non ci si preoccupa quasi per nulla della vivibilità e si continua ad aumentare la densità di costruzioni e abitanti. Questi ultimi (noi) si trovano a dover scappare fuori città per riprender fiato.
Quindi urge portare nelle città un po' di ciò che solitamente andiamo a cercare fuori, ad esempio il mare.
Oggi (anche a causa della necessità di ogni amministrazione comunale di far cassa tramite operazioni urbanistiche ad alta densità fondiaria) si tende a pensare alle città come a posti dove continuare a costruire solo case e infrastrutture, per poi ritrovarsi in viaggio tutti insieme in ondate di fuga verso mare, montagna, campagna e poi ancora in ingorghi di rientro, questo è oltremodo stressante e antiecologico.
Ma visto che a Milano sono 1.200.000 i metri quadrati derivanti dal pacchetto di dismissione degli scali ferroviari perchè non dedicarne 500.000 alla realizzazione del mare a scalo Farini?
Si prevede di mantenere alcuni binari interrati? Benissimo, sopra ai binari ci può stare il mare, con profondità variabili da uno a tre metri.
Si pensa ad interrare i binari per poter costruire case al loro posto? Ma se costruissimo le case un po' più in là, a Scalo Farini si potrebbe fare il mare.
Ma quanto costa? Un sottopasso veicolare può costare 100 milioni di euro, il mare non costerebbe di più.
I nuovi sottopassi ci permettono di portare un altro po' di auto sulle strade, il mare ci permetterebbe di fare il bagno, prendere il sole, andare in barca, .......etc.
Sarebbero soldi buttati? Perchè non realizzare un sogno collettivo?
Anche perchè non si intravvede, nel futuro urbanistico di Milano, un'altra occasione di trasformazione urbana così vasta e prossima al centro.
In città lo spazio pubblico è sempre più percepito come un diritto e la sua definizione come una nuova forma di partecipazione. I cittadini vogliono tornare a scegliere come sarà lo spazio in cui vivono.
Il mare a Scalo Farini è una ricerca su cosa desideriamo trovare nelle città del futuro: per renderle accoglienti è necessario coltivare e realizzare sogni.

2 commenti:

  1. Non ha mai pensato che, se in un posto non c'è il mare, forse la su vocazione non è averlo?
    Le sembrerebbe normale se un medico proponesse ad un suo paziente l'impianto di una terza gamba o di un terzo braccio o di una seconda testa?
    Ma non vede che le nostre città stanno cadendo a pezzi? Non si rende conto delle assurdità che sta scrivendo?

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  2. Gentile Cecilia,
    le città hanno davvero poco della naturalità alla quale lei si appella. Se lei ed io abbiamo due gambe e sarebbe una mostruosità aggiungerne un'altra, è vero anche che alle città che "stanno cadendo a pezzi" è necessario aggiungere qualcosa che oggi non hanno, cioè un po' di ciò che andiamo a cercare fuori dalle città appena possiamo.
    Il progetto per il mare a scalo Farini parla proprio di questo: realizzare rifugi balneari e naturali all'interno delle città, dove ormai la maggior parte di noi vive.
    Le città sono spazi sempre più estesi sulla Terra e condannati ad essere quasi solo luoghi di lavoro, dai quali scappare nel tempo libero.
    Dimentichiamo la possibilità di realizzare nelle città spazi vivibili ove ritemprarsi al di là del lavoro e della produzione.
    Ci aiuti anche lei a pensare tali luoghi e a realizzarli, se vuol farlo le saremo grati.

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